Il mio giro di Sicilia in bici a costo zero

Il mio giro di Sicilia in bici a costo zero

Il mio giro di Sicilia in bici a costo zero

Questa è la storia di Cristian, 36 anni, originario di Fano, che si definisce cittadino del mondo con  l’ambizione di scoprirlo tutto, non da turista, ma da viaggiatore.

“A settembre scorso ho deciso di fare il giro della Sicilia in bici, impresa tutto sommato abbastanza accessibile a livello fisico – mica si tratta di scalare l’Everest – ma con un particolare di rilievo: sono partito e ho completato l’impresa senza spendere un euro. La mia è prima di tutto una promessa fatta a mia mamma: prima di morire di tumore 3 anni fa, le ho detto che avrebbe continuato a viaggiare come le piaceva, attraverso i miei occhi. È anche una sfida per dimostrare che ancora oggi, quando tutti non parlano che di individualismo, di società capitalista ed egoista, di chiusura mentale e di diffidenza verso il prossimo, la gente invece è ancora capace di accogliere e di condividere molte cose con chi si presenta solo con la semplicità di un sorriso e la volontà di stare insieme.

Sono perciò partito da Catania il 20 settembre 2019, accompagnato dalla mia bici, modello base comprato da Decathlon l’anno scorso, carica con una cinquantina di chili di materiale indispensabile al mio giro: tenda, materassino, sacco a pelo, vestiti ridotti all’essenziale (un solo cambio, per intenderci!), computer, GoPro, viveri per le emergenze (concretamente: 3 scatole di tonno, 3 di ceci, un pacco di gallette di riso).

Non era la mia prima volta: l’anno prima ho fatto il giro della Sardegna nelle stesse condizioni (il libro che racconta questa prima avventura uscirà fine giugno 2020, il ricavato andrà totalmente in beneficenza, perciò se sei curioso… non esitare a comprarlo!). Ripetendo l’esperienza in un’altra regione, avevo un metro di paragone, potevo vivere il viaggio con gli occhi e il cuore non più così stupiti da tutto. Il giro della Sardegna è stato un vero viaggio di scoperta del mondo e di me stesso, ma devo dire che l’esperienza siciliana mi ha arricchito ancora di più, cosa che non mi aspettavo perché si trattava comunque di due isole del sud Italia e di una sfida tutto sommato già collaudata perché non ero più alle prime armi a livello organizzativo.

Il giro siciliano mi ha proprio lasciato di stucco per un altro aspetto della sfida: anche se le mie aspettative sulla Sicilia e sui suoi abitanti erano altissime già prima di partire, l’accoglienza siciliana e la bellezza dei posti hanno superato le mie speranze più rosee. Dal castello di Cefalù al borgo marinaro di Marzamemi, dalle Piscine di Venere di Milazzo alla Scala dei Turchi, dalla cattedrale di Siracusa alla Valle dei Templi di Agrigento, la Sicilia mi ha regalato le sue bellezze naturali e culturali. Viaggiando poi con la bici si possono apprezzare i paesaggi a ritmo lento, si capiscono i dislivelli non solo con lo sguardo, ma soprattutto con lo sforzo dei polpacci, si godono le sfumature del cielo e del mare nella loro piena meraviglia, ci si ferma per un tuffo appena una caletta ti fa l’occhiolino… Cose che chi viaggia in macchina difficilmente può fare!

La Sicilia però non è fatta solo di panorami, di sole e di spiagge: il plusvalore di quest’isola risiede proprio nei suoi abitanti. Ovunque, senza nessuna eccezione, ho trovato persone stupite dalla mia impresa, ma non per questo diffidenti, tutt’al contrario. Ognuno ha cercato di aiutarmi, chi offrendomi un panino, una bottiglia d’acqua, una pizza, chi organizzando una cena con amici, chi aprendomi casa per la notte, chi addirittura prenotando una camera in un b&b. La mia testa e il mio cuore sono pieni della gentilezza di Irene, che mi ha invitato all’improvviso alla sua festa di compleanno a Trecastagni, della sconfinata generosità di Luciano a Pachino che non capiva perché non poteva lasciarmi 50 euro, della simpatia contagiosa di Pietro a Trapani, dei sorrisi di Cettina e di Angelo, meravigliosa coppia di Messina: questo giro mi ha scolpito nel cuore una geografia tutta particolare, fatta sì di città e di posti, ma soprattutto di persone, tutte uniche e straordinarie. Ognuno era pronto a ritagliarsi del tempo per dedicarlo a me, un regalo, quello del tempo dedicato, che non ha prezzo.

Le prove non sono mancate neanche, ma è normale in un viaggio di questo tipo: il mio arrivo tardivo a Licata, per esempio, non mi ha permesso di trovare una sistemazione adeguata e ho dovuto montare la tenda in un posto poco adatto al pernottamento dove, purtroppo, presto sono venute a farmi visita delle simpatiche bestiole.

A Cefalù qualche giocherellone ha tagliato i freni della mia bici mentre visitavo il castello e ho rischiato di fare una discesa senza ritorno… ma subito dopo, mentre mi disperavo in piazza, ho incontrato per caso Giovanni che mi ha accompagnato da Mario, un meccanico gentilissimo che ha riparato tutto il mio sistema di frenaggio. 

Ma di certo queste disavventure non possono assolutamente sbiadire i miei fantastici ricordi della Sicilia. In tutta onestà, l’accoglienza sicula si può riassumere con questo unico dato: in 26 giorni ho dormito solo 6 notti in tenda. Le persone incontrate sulla mia strada facevano a gara per ospitarmi, trattenendomi anche per più giorni con il desiderio di farmi conoscere meglio la loro zona, la loro famiglia, la loro cultura. Qualcuno aveva già sentito parlare di me sui social o sui giornali -ho una rassegna stampa incredibile di articoli scritti su questa mia impresa in Sicilia- ma tanta gente mi si è avvicinata semplicemente intrigata dalla mia bici o dalla mia mise (devo dire che la GoPro attaccata sul mio elmetto mi fa sembrare Capitan Ventosa). E tutte queste persone mi hanno sempre accolto con il sorriso tipico di questa meravigliosa isola, quel sorriso che è anche il mio bigliettino da visita.

Le esperienze e le sensazioni straordinarie sono state numerose in quei giorni: l’alba surreale sui Faraglioni di Acitrezza, i magici tramonti della costa nord, il body rafting alle Gole dell’Alcantara, così come il trekking sul vulcano organizzato dal carissimo Daniele, l’incontro col sindaco del paradiso che è San Vito Lo Capo, e tante altre ancora che scoprirete nel mio secondo libro…

Queste emozioni, le conservo tutte nel mio cuore e il momento che meglio le racchiude è il mio arrivo in piazza Duomo a Catania il 16 ottobre: dopo circa 1200 km percorsi in bici mi attendeva un comitato di accoglienza composto da amici conosciuti nel giro che si erano dati appuntamento per festeggiare il mio arrivo e da turisti incuriositi dagli striscioni, dalle fiaccole e dalle bottiglie di spumante preparate in mio onore. In quel momento il calore della Sicilia si è unito all’amore di mia mamma che ho sentito presente lì per fare scoppiare il mio cuore in un’esplosione di felicità.

Di tutto ciò, dopo mesi, cosa rimane? Tanti amici, tanti contatti, tanto affetto, tanti ricordi, tanti progetti, ma soprattutto tanta gratitudine per la Sicilia e per i Siciliani, luogo e persone fuori dal comune.

Ecco perché non vedo l’ora di tornarci e perché vi invito con tutto il cuore a visitare questa isola stupenda per farvi la vostra idea… anche se non ho nessun dubbio sull’esito!

Cristian Buzzelli

Prossima uscita (giugno 2020): Il giro della Sardegna senza soldi

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