Esiste un piccolo borgo in provincia di Messina dove ogni anno, dal 16 al 26 luglio, ha luogo una delle feste più antiche e suggestive della Sicilia, quella di San Giacomo Apostolo Maggiore
Quest’anno la festa di Capizzi non si terrà come di consueto, ma noi vogliamo comunque raccontarvi come si svolge e qual è la sua particolarità, invitandovi a programmare fin da ora le vostre prossime vacanze estive in questo borgo siciliano.
La festa si caratterizza per alcuni momenti veramente toccanti: primo tra tutti il corteo in costume d’epoca, che si svolge il 22 luglio per ricordare il soggiorno a Capizzi di Pietro II D’ Aragona, che donò un Vessillo con il suo stemma per confermare la sua protezione, seguito da “U viaggio” del 25 luglio, durante il quale i devoti partono all’alba in processione, scalzi, sia per devozione al Santo ma anche per chiedere una grazia. Il culmine viene raggiunto nella giornata del 26 luglio con la Processione del fercolo: il Santo viene sorretto a spalla da molti devoti per le vie del paese, fino a raggiungere la Piazza dei Miracoli, dove si tiene un rito molto particolare durante il quale sacro e profano si fondono e il Santo viene usato come un ariete, per percuotere violentemente il muro di una casetta costruita accanto alla chiesa di Sant’Antonio.
Ogni anno, il muro viene colpito fino al suo crollo, per essere poi ricostruito e poter ripetere il rito l’anno seguente: il numero di percosse date per abbatterlo stabilirà l’entità di miracoli o disgrazie a cui saranno soggetti gli abitanti del posto. Esiste, infatti, un’antica tradizione ormai scomparsa, secondo la quale quando le percosse date al muro erano pari, per il raccolto sarebbe stata un’ottima annata; quando, invece, erano dispari, queste avrebbero portato solo disgrazie e carestie.
Foto: a cura di Antonella Talia