Curiosità sul capoluogo più alto d’Italia e su uno dei più bei castelli nella sua provincia
Sapevate che Enna è la città siciliana denominata “l’ombelico di Sicilia”, proprio per la sua posizione geografica, esattamente al centro dell’isola?
Capoluogo di provincia più alto d’Italia, per l’altitudine del suo centro abitato, è definita il belvedere di Sicilia per lo splendido panorama che si può ammirare dalle sue alture. Inoltre, è sede di un’università molto frequentata.
Enna fu un’importante roccaforte per diverse popolazioni: greci, romani, arabi, normanni, sicani, bizantini, svevi ed aragonesi. La città si divide in Enna alta ed Enna bassa: la parte alta fu l’unica area della città ad essere abitata fin dal primo dopoguerra; ricca di monumenti, ampie piazze, viuzze e stradine tortuose, bagli, ponti ed un magnifico belvedere che si intersecano tra loro, tra la parte più antica e la parte nuova della città. Enna bassa, invece, nacque dalla saturazione abitativa di Enna alta e si sviluppa su una vallata che negli anni si è arricchita di nuove strutture commerciali e quartieri residenziali.
Oggi vogliamo puntare l’attenzione su un borgo rupestre situato in provincia di Enna, che abbiamo avuto il piacere di visitare in uno dei nostri tour in giro per la Sicilia: Sperlinga, uno tra i borghi più belli d’Italia, famoso per le sue grotte rupestri da cui il borgo prende il nome, dal greco “spelonca (grotta). Un tempo, infatti, le case venivano costruite scavando la roccia arenaria, creando delle vere e proprie grotte, che tuttora possono essere ammirate nella loro caratteristica forma. Alcune di esse sono ancora abitate e creano nel borgo una piccola magia con i loro portoncini e le fioriere davanti l’uscio, arricchite con fiori, pale di fichi d’india e alberi da frutto.
Ma il punto forte di questo borgo, e che lascia senza respiro volgendo lo sguardo verso l’alto, è il maestoso Castello di Sperlinga, anch’esso scavato in parte nella roccia arenaria, risalente si pensa ai siculi pre greci, negli anni a.C. Il castello fu sede di diverse dinastie ma quello che lo rese famoso fu l’assedio dei vespri Siciliani nel 1282, quando dei nobili francesi si rinchiusero tra le mura del castello per difendersi e resistettero per oltre un anno senza avere nessun contatto con l’esterno. Si narra che i francesi, arroccati nel castello, producessero formaggio con il latte materno delle donne, per poi gettarlo a valle facendo intendere agli abitanti che non stessero andando incontro a difficoltà economiche.
Il castello di Sperlinga incanta non solo per la sua struttura ma anche per la sua posizione e per lo splendido scenario che si presenta alla vista. Da qui si può ammirare un panorama unico, immense vallate dai molteplici colori, dal verde intenso della rigogliosa vegetazione, al giallo oro delle coltivazioni di grani, foraggi e cereali, al nero della terra a volte arida, caratteristica dell’entroterra siciliano. Visitare il castello di Sperlinga porta indietro nel tempo o forse è meglio dire che il tempo si arresta del tutto, tant’è che durante la nostra visita non ci siamo accorte che fosse giunta l’ora di chiusura e ci stavano chiudendo dentro!