In passato i nostri nonni erano soliti usare un detto per ogni situazione di vita vissuta.
Tutto girava intorno alla natura che veniva seguita, ascoltata, in tutte le attività quotidiane da svolgere: dal lavoro nei campi, ai rapporti umani, tutto aveva un suo perché ed una spiegazione.
Ancora oggi a noi siciliani piace usare i “detti siculi” che ci sono stati tramandati, per l’appunto, dai nostri antenati.
Conoscete il detto: “Aceddu ‘nta iaggia o canta p’amuri o canta pi raggia”? La traduzione in italiano è la seguente: “L’uccello in gabbia o canta per amore o canta per rabbia”. Questo detto si riferisce alle donne che aspettavano a casa il proprio marito cantando gioiose, quindi p’amuri, o con rabbia quando questi tardava, quindi pi raggia!
In alcune parti della Sicilia il detto si trasforma un po’ e diventa: “Aceddu ‘nta iaggia non canta p’amuri ma canta pi raggia”. In questo caso il significato cambia completamente perché si riferisce alle persone pettegole che criticano e parlano male di tutti, per invidia o per rabbia.