Eravamo rimaste al nostro arrivo a Serra Guarneri.”.
Ad accoglierci alcune ragazze volontarie della struttura, intente a preparare la nostra cena; le salutiamo e ci sistemiamo nelle nostre stanze semplici, ma calde ed accoglienti, con letti comodi e tanta luce. Ci rinfreschiamo un attimo e raggiungiamo il gruppo per assistere ad un magico tramonto: il sole rosso bacia il mare, creando un’atmosfera che lascia tutti senza parole! Ci spostiamo sotto il portico dove ci ritroviamo tutti insieme per la cena. Da subito Giuseppe, gestore della struttura, ci coinvolge nell’organizzazione, lasciandoci la possibilità di apparecchiare e sparecchiare… “qui siamo tutti una famiglia, e ognuno offre il proprio contributo senza attendere che ci sia qualcun altro a dare disposizioni”. Ci sentiamo a casa!
La cena, servita sotto il portico in un lungo tavolo di legno, è un susseguirsi di buonissimi prodotti tipici del luogo a km 0: dai formaggi con confetture, al salame, al prosciutto, alle verdure, per poi passare ad un ottimo cous cous con zuppa di ceci, tanto buon vino e, per finire, una soffice torta al limone. Durante la cena, Giuseppe ci parla di sé, della struttura e della vita che conducono in questo posto magico. Il suo motto: “la vita è il tempo che passa tra un pasto e l’altro!”.
Dopo cena ci aspetta un momento legato alla nostra tradizione, che ci riporta indietro nel tempo, alla nostra infanzia: ci trasferiamo all’interno e prepariamo il lievito madre, con acqua e farina, aggiungendo una piccola parte di lievito madre preparato in precedenza da Beppe e Maurizio, completando il tutto con i semi di lino. Rimarrà a riposare e fermentare tutta la notte: domani prepareremo il pane!
Al nostro risveglio, ci aspetta una ricca colazione a base di prodotti genuini, pane e marmellata, torte fatte in casa, frutta e yogurt fresco, succhi e caffè, non possiamo rinunciare a nulla. Tutto buonissimo!
Le nostre attività iniziano con un buon allenamento per le braccia: è arrivato il momento di impastare il pane. A turno amalgamiamo acqua, farina, lievito dentro la maidda (in italiano madia, un contenitore ricavato da un unico blocco di legno, di forma rettangolare, con i bordi rialzati, in cui veniva impastato il pane nelle abitazioni di campagna). Per alcuni di noi è un ritorno all’ infanzia, quando facevamo il pane con i nostri nonni o amici di famiglia, per altri è un’ esperienza del tutto nuova, comunque per tutti è un momento divertente e speciale!
Finiamo di impastare e tutti intorno al tavolo, ognuno con il proprio panetto di pasta, cominciamo a creare le forme di pane, per poi metterle al caldo sotto le coperte e lasciarle lievitare fino al pomeriggio.
Nell’ attesa che il nostro pane lieviti, andiamo in giro per la campagna a scoprire il territorio e le peculiarità delle piante del luogo. Ci immergiamo in una natura lussureggiante, ricca di alberi, piante e fiori di tanti colori, respirando aria pura e godendo del sole caldo di maggio.
Ci fermiamo in un punto ricco di alberi da sughero, e Beppe ci spiega le loro caratteristiche; si tratta di un albero di origine mediterranea, molto diffuso allo stato spontaneo. In queste zone costituisce una delle formazioni boschive più importanti dal punto di vista ecologico, paesaggistico ed economico. Le sugherete, infatti, non vengono utilizzate per il taglio degli alberi, ma per l’estrazione del legno della corteccia, per produrre non solo i tappi per le bottiglie di vino, ma viene utilizzato anche per l’edilizia ecologica. In natura, la sua corteccia ha una funzione protettiva, essendo ignifuga, resistente al fuoco.
Continuando a passeggiare ci fa notare un cespuglio di Cisto. Sapete di cosa stiamo parlando? Il Cisto è un genere di pianta sempreverde, proveniente dal bacino Mediterraneo, che produce bellissimi fiori di svariati colori. Anche questa pianta, ha un suo modo per difendersi dal fuoco, essendo presente in zone molto aride. Deve il suo nome alla parola greca “kystis” che, letteralmente, significa vescica: questo per via della forma delle sue capsule dove trattiene una grande quantità di semi; questa vescica, rimane intatta al passaggio del fuoco e, mentre la pianta brucia, i suoi semi riprenderanno vita, facendo rinascere il Cisto.
Altra pianta dalle particolari caratteristiche è l’Erica arborea, che ha una straordinaria capacità di resistenza agli incendi; tutta la parte epigea viene bruciata dal fuoco, ma in genere la parte ipogea, la cosiddetta “radica”, resiste e produce nuovi germogli, che prenderanno presto il posto della chioma distrutta.
Nei luoghi in cui il suolo viene distrutto dal passaggio del fuoco, per fortuna, l’Erica svolge l’importante funzione di ripristinare i pascoli non naturali per preparare il ritorno del bosco.
Dopo queste interessanti scoperte, qualche foto e la raccolta di mazzolini di fiori, che abbelliranno il nostro tavolo per la cena, ci fermiamo qualche minuto per riflettere su un altro aspetto della nostra vitae ci viene chiesto: Voi che albero siete? Come reagite ed affrontate le difficoltà che vi presenta la vita? Siete Sughero, Cisto o Erica?
Ognuno di noi, dopo qualche secondo di riflessione, risponde mettendo a nudo le proprie emozioni e riscoprendo un’altra parte importante del proprio essere. Davvero interessante!
E’ arrivata l’ora di pranzo e al nostro rientro ci aspetta un pranzo succulento a base di ottimi antipasti, pasta, del buon vino e quattro chiacchiere. Siamo tutti strapieni e per smaltire un po’, alcuni di noi decidono di fare una passeggiata nel bosco, altri preferiscono riposare.
Una volta addentrati nel bosco, proviamo una sensazione magnifica! Beppe ci suggerisce di togliere le scarpe e proseguire per un piccolo tratto di sentiero a piedi nudi….e ovviamente lo facciamo! Un contatto ravvicinato con la natura, la cui energia si sprigiona per tutto il corpo! Rimettiamo le scarpe e proseguiamo lungo il sentiero in salita per arrivare alle “Cresta”. Vista spettacolare che si estende su tutta la vallata fino al mare, riusciamo anche a scorgere i piccoli borghi vicini. Ci rilassiamo un po’ al sole, accarezzati da un vento leggero. Lungo la via di ritorno facciamo un dolce incontro, delle mucche pascolano indisturbate con i loro vitellini, che giocano e ci scrutano non allontanandosi mai dalle loro mamme.
Siamo pronti per infornare il pane e, nell’attesa che sia cotto a dovere, ci ritagliamo un nuovo momento di condivisione per conoscere meglio Coaching Mediterraneo. Attraverso una breve presentazione, Beppe ci spiega le proprietà, i benefici e gli impieghi delle piante e fiori che ci aveva chiesto di fotografare a nostro piacimento qualche settimana prima nelle nostre città. Così scopriamo che ogni pianta, erbetta o fiore ha una grande utilità e questo ci fa capire che la natura è meravigliosa e dovremmo rivolgerci a lei con più rispetto e trovare in essa, cibo, medicine e rimedi, come facevano i nostri antenati.
Per contro, Emilio si concentra sul significato del brand e sugli obiettivi di Coaching Mediterraneo, mostrandoci anche un bellissimo e divertente video, che vede protagonisti lui e Beppe, sul come cucinare la caponata. Dopo due chiacchiere e considerazioni varie, non possiamo perderci il momento del tramonto! Via tutti davanti al forno a legna…è arrivato il momento di assaggiare il nostro pane, accompagnato con olio d’oliva e foto di rito con la nostra pagnotta. Abbiamo fatto un buon lavoro, il pane è davvero buonissimo!
L’aria si rinfresca un po’ e decidiamo di cenare all’interno, in una stanza accogliente con un grande tavolo, due divanetti ed un grande camino. Durante la cena, Emilio ci inviata ad esprimere il nostro pensiero sul desiderio: Cos’è per voi il desiderio? Dalle nostre riflessioni si è passato dall’amore alla passione, alla voglia di riscatto, alla voglia di maternità e tanto altro. Anche questo un momento emozionante e profondo.
La serata prosegue a suon di musica, con Emilio alla chitarra, Beppe e il suo tamburo djembe e Stefano al clarinetto. Ci coinvolgono in un momento di canto e musica che ci fa resistere fino a tarda notte. Stanche ma soddisfatte, andiamo poi a dormire.
Domenica mattina: è arrivato il momento di prepararci per rientrare a casa. Sistemiamo le valigie, facciamo una buona colazione e ci riuniamo seduti tutti a cerchio, su dei tronchetti di legno per un ultimo feedback.
Momento dei saluti collettivi, ringraziamenti a Beppe ed Emilio, con la promessa di non perderci di vista e rivederci presto! E’ stato un week end ricco di emozioni, di tradizione, di riflessione e nuove scoperte, ricco di natura, aria pura e rigenerazione dell’anima!
Noi isolane ancora piene di forza prima di rientrare a casa, facciamo un giretto a Cefalù, dove torneremo sicuramente per scoprire nuovi angoli ed esperienze da proporre ai viaggiatori. Ovviamente, non poteva mancare la foto di rito nello scorcio più famoso di questo splendido borgo!
La voglia di trattenerci ancora un po’ è tanta ma il nostro week end è stato davvero intenso per cui decidiamo di rimetterci in macchina alla volta di casa.
Noi siamo pronte a RIvivere questa esperienza … e tu?
Foto Isolani per Caso e Helen